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interviste

TREMILA MATITE Intervista a Simone Massi
di Francesco Grosso


Fotogramma da La piccola MareNel corso del tuo intervento, in occasione del Premio Simona Gesmundo, hai detto di essere interessato, principalmente, "a ciò che è visibile soltanto da vicino: i volti e le mani piene di linee, di segni che raccontano storie infinite; gli occhi, che ne raccontano i pensieri". È forse questo anche il motivo per cui i Corti d'animazione li si vede solo in pochi Festival o in rari eventi quali questo Premio?
E' anche per questo motivo. Personalmente, da miope, mi interessa avvicinarmi il più possibile alle persone e alle cose, per cercare di capire meglio quel che ho davanti. E' vero, i corti di animazione hanno pochissimo spazio, quasi niente. Credo per tre ragioni: per il duopolio Disney-Manga che ha fagocitato il mercato, per l'equivoco "storico" che vuole il cinema di animazione (tutto) come un prodotto per bambini. Se a questo si aggiungono i mali del nostro Paese, il quadro è completo.


Fotogramma da La piccola MareNel tuo Keep on! Keepin' on!, una donna lancia un urlo lacerante mentre lo schermo viene invaso da colori cupi. C'è qualcosa, dietro quell'urlo, che, da Munch in poi, in occidente attribuiamo ad un volto contratto in uno spasimo inquietante. Perché senti il bisogno di renderlo animato un disegno?
Dietro a quell'urlo c'è un po' di passato. Un pugile scende sul ring deciso a rendere pubblica la propria esecuzione: a vedere la sua maschera si può ridere, gridare o restare indifferenti. Sono passati molti anni da quel piccolo film e adesso il grido è lontano, c'è la neve ed un grande silenzio.


Simone Massi Nel tuo Pittore Aereo, una manciata di cielo viene spalmata sul viso di un uomo a lenirne la sofferenza. L'azzurro che si effonde sulla pelle rimanda a qualcosa di salvifico. La contemplazione della natura, soprattutto la riscoperta di quello che ci lega ancora ad essa, sono cose che possono davvero salvarci? E perché usi con tanta parsimonia il colore?
L'uomo di Pittore, Aereo è anzitutto un buontempone e se davvero soffre lo fa con un sorriso negli occhi e il cielo nell'anima. Per il resto sì, tutto quello che dici sulla natura per me è giusto. Tanto i personaggi delle mie animazioni quanto il loro autore, sono coscienti che una penna di gallina o un frammento di corteccia d'albero, valgono tanto di più di tutta l'arte mia messa insieme. Il colore non lo uso per un insieme di motivi, ma principalmente perché sogno in bianco e nero. E poi il colore per me è troppo, mi stordisce.


Matilde Tortora,Simone e Julia MassiTu affermi di essere "rispettoso e intimidito" dalla natura e da tutte le sue manifestazioni visibili. Quasi sostieni l'impossibilità di cogliere la grandezza della natura, la sua forza che rimanda inevitabilmente ad un oltre di difficile decifrazione. Eppure la natura (e sicuramente anche il tempo, la storia) è presente in quasi tutti i tuoi lavori. Un omaggio a qualcosa che è più grande di noi, oppure, parlando di nuvole e di animali e di alberi e di colline, è degli uomini che intendi parlare?
Entrambe le cose. Racconto di uomini perché è quello che conosco meglio e che sono, è ciò di cui mi è più facile narrare. Ma succede che nei quadri in movimento entrino poi le nuvole, i campi e le bestie; e io tento di riprodurne forza e bellezza, con un segno di matita.


Margherita Ganeri, Matilde Tortora, Simone Massi e Gaetano Bencivinni Non c'è chi non si avvede che i tuoi Corti si inscrivono nella grande tradizione della Poesia e dell'Arte, le tue opere rimandano la nostra mente ai versi del tuo conterraneo Leopardi, E le morte stagioni, / e la presente e viva, / e il suon di lei, alle opere di Osvaldo Licini, alle sue lune marchigiane che divennero universali, tant'è che anche i tuoi film sono riconosciuti e premiati in tante parti del mondo. Ritengo anch'io, ad esempio, che la tua La piccola mare sia Poesia trasposta sullo schermo. Mi viene allora da domandarti: quali sono le tue letture e le opere pittoriche che prediligi?
Grazie, anche se i complimenti sono esagerati e io ben lontano dal meritarli. Gli autori che preferisco sono Pavese, Calvino, De Luca, Dolci, Revelli, Rigoni-Stern. E poi Giotto, Piero Della Francesca, Paolo Uccello, Caravaggio, Van Gogh, Degas, Morandi.


Secondo lo scrittore Francesco Biamonti il compito dell'artista è soprattutto quello di essere testimone della natura umana, osservarne i mille aspetti con sguardo distaccato. Questo perchè "se uno prende gusto a osservare, si toglie dalla testa tutti gli ismi, le ideologie, e non tenta di trasformare il mondo, di illudere con bugie sul domani". Chi sono gli interlocutori e i destinatari delle tue opere? E qual è, secondo te, il ruolo di un artista oggi?
Ad esser sinceri ci sono tante domande che non mi sono mai posto e a cui non so rispondere. Non so chi siano gli interlocutori e i destinatari delle mie opere; non so dire quale sia il ruolo di un artista. Faccio manualmente dei piccoli film, che parlano delle cose che ho a cuore, che ho piacere a ricordare. Poter fare i miei disegni in movimento, poterli mostrare ad un pubblico è un privilegio che mi fa contento.


Matilde Tortora e Simone Massi La tua trilogia de Il giorno che vidi i sorci verdi, che rende in immagini icastiche i più abusati modi di dire, raggiunge risultati di grande efficacia. Dunque, ridere e pensare non vanno considerati come termini ossimori. Un'altra figura che mi sentirei di accostare ai tuoi film, in particolar modo a quelli in bianco e nero e a quelli che ho citato nelle precedenti domande, è quella di Charlie Chaplin, le tue matite ne continuano senz'altro la grande traiettoria. Ma quante matite occorrono ad un moderno Charlot?
Ridere e pensare va benissimo; mi piace ridere e adoro Chaplin. Ho voluto confrontarmi col genere comico per sperimentare e mi sono anche divertito a farlo. Resta che ho più cose da dire come autore "aereo" di cinema di animazione, e mi piacerebbe che anche questo genere, al pari del film comico, avesse il suo spazio, ottenesse il suo riconoscimento. Di matite ne occorrono tante: da perderne il conto, da far diventar ricco il cartolaio del paese.


Volevo infine domandarti: avevi avuto modo di conoscere Simona Gesmundo?
Ho conosciuto Simona al telefono. Abbiamo parlato una serie di volte, del cinema di animazione, di un suo progetto da realizzare. Fu molto gentile, solare. Non riuscimmo a collaborare ma è stato bello stringere la mano dei suoi familiari, guardarli negli occhi. Il dolore non si lenisce; ma quello che i suoi cari stanno facendo nel nome suo è bello, prezioso. Nel buio un filo di luce dona un po' di conforto e speranza: vale un sorriso.

www.simonemassi.it


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